VERGA: Storia di una Capinera
VERGA: Storia di una Capinera
Elaborazione teatrale liberamente ispirata all’omonimo romanzo del 1869
Il romanzo di Giovanni Verga è in forma epistolare. Ridotto e rivisitato, è stato distribuito tra più attrici ed ognuna rappresentava un aspetto della personalità, una parte della femminilità repressa e incatenata di Suor Maria.
In questa pagina: Scheda tecnica – Il romanzo di Verga – la nostra elaborazione teatrale – La nostra messinscena
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VERGA: Storia di una Capinera
- Titolo Storia di una Capinera
- Autore Elaborazione di Sandro Conte dalla novella omonima di G. Verga
- Genere Dramma
- Atti 1
- Durata stimata 60′
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Personaggi 7 donne nella nostra elaborazione. Il testo di Verga, ridotto e rivisitato, è stato distribuito tra più attrici. Ogni attrice rappresenta un aspetto della personalità, una parte della femminilità repressa e incatenata di Suor Maria. Il numero di personaggi, tutti femminili, è a discrezione della regia
- Ambientazione Qualsiasi epoca
- SIAE 11 luglio 2011
VERGA: Storia di una Capinera
sintesi
Suor Maria si rivolge alla sua amica Marianna raccontandole dapprima tutte le sue gioie per la ritrovata, casuale, inattesa libertà e poi confessandole tutta la sua infinita disperazione per essere stata rinchiusa in convento a soli sette anni, disperazione che la porterà alla pazzia ed alla morte. Mai, in tutto il testo di Verga, Maria ci fa intendere di aver perso la fede, al contrario si sente colpevole di un delitto che non ha commesso o di cui comunque non conosce la natura. Mai un atto di ribellione ad una volontà ulteriore che sembra pesarle come un macigno a cui, lei fragile e malaticcia, non ha la forza di reagire…eppure basterebbe…no, quel poco, quella richiesta di alleviare la sua pena resta morta nella sua anima e mai riesce a concretizzarsi in parole, tranne quando, ormai pazza, non sembra crederle neanche il medico che va visitarla l’ultima volta.
Questo, in estrema e ovviamente incompleta e lacunosa sintesi, lo struggente testo di Verga.
VERGA: Storia di una Capinera
la nostra elaborazione teatrale
Locandina messinscena 2010
Nella nostra elaborazione siamo partiti da una domanda che crediamo chiunque, nei panni di Suor Maria, si sarebbe posta: perché io ? Cosa ho fatto per meritarlo ? La punizione in assenza di colpa plausibile, in assenza di risposte, conduce inevitabilmente a fantasie per darsi una spiegazione. Ma se la spiegazione non c’è o, ed è questo il caso, la protagonista sembra non vederla mai, allora la vana e infinita ricerca di un perché induce alla pazzia.
Abbiamo volutamente evitato un lungo monologo.
Il testo di Verga, ridotto e rivisitato, è stato distribuito tra più attrici. Ogni attrice rappresenta un aspetto della personalità, una parte della femminilità repressa e incatenata di Suor Maria.
Nella scelta dei costumi ci ha guidato l’annullamento di ogni femminilità: “…mi rattristo non trovando in me che un fagotto di saja nera, dei capelli tirati sgarbatamente all’indietro, maniere rozze, timidezza che potrebbe sembrare goffaggine…” Dunque costumi che annullassero le forme femminili e che rendessero le attrici quanto più possibile uniformi alla vista, lasciando che la recitazione e le azioni fisiche indicassero con forza le diversità tra i vari aspetti della personalità che ognuna doveva interpretare.
Per la scena siamo stati lontani da una scenografia naturalistica. Pochi elementi ad indicare che “…si prova uno sgomento invincibile entrando qui…,sentendosi chiudere alle spalle quella porta, vedendosi mancare ad un tratto l’aria, la luce, sotto questi corridoi, fra questo silenzio di tomba e il suono monotono di queste preghiere “… , …” quelle fantasmine nere…s’incontrano senza parlarsi, camminano senza far rumore come se fossero spettri, i fiori che intristiscono nel giardino, il sole che tenta invano di oltrepassare i vetri opachi delle finestre, le grate di ferro. Si ode il mondo turbinare al di fuori e i suoi rumori vengono ad estinguersi su queste mura come un sospiro. Tutto quello che viene dal di fuori è pallido e non fa strepito. Son sola in mezzo a cento altre derelitte…”
Poche le musiche e soprattutto un tappeto musicale sempre identico, ossessivo, che indirizzasse lo spettatore sulla strada del crescente delirio di Suor Maria.
VERGA: Storia di una Capinera
La nostra messinscena 2010
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Teatro di Villa Flora – via Portuense 610, Roma – 13 e 15 giugno 2010, ore 20,45
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Con: Federica ANDERLUCCI, Loredana BORLA, Eliana LACOPO, Marta NUCCETELLI, Claudia ROSSINI, Manuela TITTARELLI, Valentina VENEROSO
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Personaggi 7 donne, il testo si presta anche ad una diversa distribuzione dei ruoli.
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Durata 60′
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Elaborazione e regia – Sandro CONTE
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Aiuto regia – Marta NUCCETELLI
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Musiche – Zbigniew PREISNER
Storia di una Capinera – la nostra elaborazione teatrale prevede 7 donne, ma nella novella originale c’è una sola protagonista Maria che abbiamo suddiviso in 7 parti, ogni attrice interpretava un aspetto diverso della femminilità di Maria. Il testo si presta anche ad una diversa distribuzione dei ruoli.