Scuola TEATRO STUDIO Roma San Paolo
Corso di teatro intensivo (7 weekend) sulle tecniche dei grandi maestri: da Stanislavskij a Grotowski, all’Odin Teatret di Eugenio Barba.
Il nostro training vuole condurti al Pensare per Azioni , alla ricerca dei tuoi Frammenti di verità, esplorando le zone di confine tra corpo e anima
In luogo di un classico PROGRAMMA presentiamo questa intervista immaginaria a Sandro Conte, conduttore della Scuola Teatro Studio
DOMANDA – In riferimento alla Scuola di Teatro STUDIO quando avete iniziato questa iniziativa ?SANDRO – E’ una nuova iniziativa a cui pensavamo da tempo.D – Qual è l’obiettivo che ti poni, se mi iscrivo cosa troverò ?
Obiettivo
SANDRO – L’obiettivo è formare un gruppo che non abbia fretta di andare comunque ed ad ogni costo in scena, un gruppo che privilegi prima di tutto l’apprendimento di una tecnica, il Metodo delle Azioni Fisiche, e poi, solo successivamente, abbia come obiettivo la messinscena. Chi scriverebbe un romanzo senza prima aver appreso i rudimenti della grammatica e della sintassi ?
D – Quindi, almeno in un primo moneto, di spettacolo non si parla ?
SANDRO – Parleremo di spettacolo, nel senso tradizionale, come presentazione di un lavoro al pubblico, solo quando si sarà formato un gruppo omogeneo e che abbia acquistato una tecnica sufficiente. Già nel mese di febbraio, dopo una conoscenza e il lavoro di 4 mesi, questo sarà più chiaro e decideremo insieme se impegnarci anche per una messinscena.
Come dice Decroux: “la tecnica elimina i mediocri, fa buon uso del talento medio ed esalta il genio”.
Se ci saranno queste due condizioni irrinunciabili:
1. Gruppo omogeneo
2. Tecnica sufficientesolo allora potremmo pensare di preparare qualcosa per un visione esterna: per uno spettacolo. Prova a leggere quest’articolo pubblicato sul Quaderno di Nessuno, la nostra rivista on Line: “Arte come veicolo, arte come presentazione”.D – Me lo puoi sintetizzare ?SANDRO – Immagina una catena, una lunga catena. “Ad una estremità abbiamo lo spettacolo…
L’arte come presentazione…
…in cui si lavora alla visione che appare nella percezione dello spettatore. Se tutti gli elementi dello spettacolo sono elaborati e perfettamente montati (il montaggio), apparirà nella percezione dello spettatore un effetto, una visione, una certa storia; in qualche misura lo spettacolo appare non sulla scena, ma nella percezione dello spettatore…….all’estremità opposta si trova qualcosa di molto antico, ma sconosciuto nella nostra cultura di oggi:
L’arte come veicolo…
…che non cerca di creare il montaggio nella percezione degli spettatori, ma negli artisti che agiscono. Questo è già esistito nel passato, nei Misteri degli antichi.
…L’arte come veicolo si orienta verso un lavoro completamente diverso: concentrato sul rigore, sui dettagli, sulla precisione —…Ma attenzione…
è l’altra estremità della stessa catena”. (da “Al lavoro con Grotowski sulle azioni fisiche” di T. Richards, Ubulibri 1993) Questa Scuola Teatro Studio è orientata in direzione de…
L’Arte come Veicolo
Tutto nasce dal fatto che trovo sempre meno soddisfacente realizzare spettacoli, nel senso tradizionale che si da a questo evento. Il pubblico entra in sala, vede lo spettacolo, poi torna a casa. Noi che lo abbiamo realizzato siamo felici se il pubblico è stato soddisfatto, lo siamo meno se è insoddisfatto. Ma di tutto questo vorrei dire: “chi se ne frega”.
Sarò felice se un altro, il pubblico, è contento del mio lavoro ? Lo sarò di meno se un altro, il pubblico, non lo apprezza ? No, basta.
Sono stufo di questa situazione
Ognuno di noi sa bene, se non vuole ingannare se stesso, se quello che ha realizzato vale, se vale solo per noi, se vale solo per i nostri cari o invece vale in generale.
D – Ma con questo l’idea stessa di spettacolo scompare. Da sempre il teatro esiste in quanto esiste un pubblico che lo guarda, lo spettacolo sembra essere la giusta conclusione di un evoluzione del lavoro svolto che va sottoposta al giudizio esterno per non essere solo autoreferenziale.
SANDRO – Per rispondere a questo vorrei ricollegarmi alla nascita del teatro nel mondo occidentale. Alcuni studiosi fanno risalire questa nascita all’interno dell’esperienza degli antichi Misteri.
I “Misteri”
Tra i Misteri i più noti erano i Misteri Eleusini, culti di origine pre-ellenica che originariamente si svolgevano appunto ad Eleusi, ma ne esistevano molti altri, anche in Italia. Ora, senza entrare nello specifico, c’è da ricordare che all’interno di questi eventi se ne teneva uno particolare che ci interessa di più, in cui dei sacerdoti mimo interpretavano la vita e la morte del postulante.
Dopo tre giorni, nota questa “coincidenza” con quella che nella tradizione cristiana è la resurrezione di Cristo, il postulante ne usciva come un “uomo nuovo” che conosceva il segreto dei Misteri; secondo la tradizione orientale: a cui si era aperto il terzo occhio.
In Processo e morte di Socrate, Platone ci rivela che Socrate viene condannato a morte perché osa rivelare in pubblico il segreto dei Misteri. Capisci bene che per il postulante e per quei singolari “attori“ il pubblico non aveva senso, eppure producevano uno “spettacolo”, solo “diverso”, in cui non ci si aspetta l’approvazione o meno, non lo si vuole “mostrare”, lo si vuole “vivere”.
PROGRAMMA
D – Ma se volessi un PROGRAMMA, come in genere si chiede. Cosa facciamo il primo mese, cosa il secondo, quali temi saranno affrontati prima e quali dopo ?
SANDRO – Il PROGRAMMA è, nella sua esposizione, identico a quello di tutti i gruppi che si rifanno alle Azioni Fisiche con riferimento alle esperienze del polacco Jerzy Grotowski e del nostro Eugenio Barba e allora potrei elencarti: Esercizi di rilassamento – Studio delle capacità espressive delle singole parti del corpo – Tensione e Distensione Muscolare – Movimento e “Azioni fisiche”- L’Immaginazione – Rottura degli automatismi espressivi del corpo e della voce – Lavoro sull’animale (elementi)
Poi potrei proseguire con..
Elementi di Teatro-Danza orientale – Ricerca e studio dei risuonatori vocali – Creazione di nuovi linguaggi e di azioni vocali – Montaggio delle azioni per la creazione di un training quotidiano – Organicità delle azioni e del ritmo – Giochi e tecniche per l’improvvisazione fisica e vocale- La Via al Personaggio – Orientare il lavoro dell’attore a far succedere invece che a far vedere – Verità Scenica e Finzione – “Ci credo, non ci Credo” – Attenzione e Concentrazione – Memoria Emotiva – Costruire una “linea ininterrotta” di azioni ed emozioni – Le Partiture Fisiche – Testo e Sottotesto – Studio di scene e monologhi – Recitazione e Attuazione.
D – Un ampio programma.
SANDRO – Ma a che ti serve tutta questa elencazione ? In concreto: cosa hai capito di più ?
D – E allora cosa mi consigli per capire veramente ?
Un consiglio
SANDRO – Ti consiglio di venire a trovarci, stai con noi, non devi pagare nulla…se poi ti piacerà deciderai con calma se iscriverti. Ma attento, anche io voglio conoscerti e poi decidere se farti iscrivere.
D – Un esame ?
SANDRO – No, assolutamente no, solo incontrarti, guardandoci negli occhi le reciproche informazioni prenderanno corpo.
D – Cercavo un posto in cui divertirmi a far teatro, da quello che dici mi sembra tutto così complicato.
E’ tutto molto semplice
SANDRO – Invece è tutto molto semplice e ti invito a venire per sperimentare, verificare che esiste uno stato pre-razionale in cui le parole che ti ho appena detto sono solo un pallido riverbero di quello che la semplicità dell’involontaria “verbalizzazione del corpo” esprime.
D – Magari un salto lo faccio.
SANDRO – Voglio lasciarti con uno stralcio da Grotowski, che già trovi in altre parti del nostro sito:
“Non è il teatro che è necessario,…
….ma assolutamente qualcos’altro. Superare le frontiere tra me e te: arrivare ad incontrarti per non perderti più tra la folla, né tra le parole, né tra le dichiarazioni, né tra idee graziosamente precisate, rinunciare alla paura ed alla vergogna alle quali mi costringono i tuoi occhi appena gli sono accessibile “tutto intiero”. Non nascondermi più, essere quello che sono. Almeno qualche minuto, dieci minuti, venti minuti, un’ora. Trovare un luogo dove tale essere in comune sia possibile…”
Ciao, Ti aspetto.