Il Tanztheater di Pina Bausch
Il Tanztheater di Pina Bausch, articolo di Elena Randi, si occupa del metodo di costruzione degli spettacoli di Pina Bausch a partire dal 1978
Il Tanztheater di Pina Bausch
di Elena Randi
Il Quaderno di Nessuno – 3187 iscritti / anno XXIV, n ° 121 – 1/2025
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L’articolo della Prof.ssa Randi (professoressa ordinaria di Discipline dello Spettacolo presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna) è tratto da Mimesis Journal, che ringraziamo per il permesso alla pubblicazione.
L’articolo si occupa del metodo di costruzione degli spettacoli creati da Pina Bausch a partire circa dal 1978.
La prima fase del processo consiste nella creazione di brevi partiture gestuali o verbali ad opera dei danzatori, cui segue una fase di drastica selezione dei moltissimi materiali proposti, selezione che spetta a Pina Bausch. Quindi, si iniziano a pulire quelli prescelti, attività, questa, che viene compiuta, assieme, da lei e da chi ha creato una certa sequenza. In una tappa successiva la Bausch può chiedere ai danzatori di mettere insieme due, tre o quattro partiture, scegliendo, essi stessi, come combinarle. E successivamente può anche domandare loro di relazionarsi con uno o più compagni, decidendo autonomamente il modo, sia pure entro alcuni paletti. Benché capiti che certe situazioni, soprattutto quelle corali, siano inventate totalmente dalla coreografa e che i ballerini debbano solo memorizzarle, in generale si può affermare che ai danzatori, tutt’altro che semplici esecutori, spetta sin qui una parte preponderante del lavoro ideativo: veri e propri creatori-poeti, il loro ruolo assume un rilievo molto diverso da quello tradizionale. Entra infine in gioco il montaggio delle scene, un lavoro che spetta interamente a Pina Bausch. La seconda parte dell’articolo esamina lo spettacolo che forse dà inizio a questo modo di procedere, vale a dire Kontakthof (1978).
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