La danza buto

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Danza Buto

La danza buto

Nutrimento dell’anima

La danza buto.  Aforismi e insegnamenti dei Maestri

Kazuo Ono
Parole dalle lezioni

Yoshito Òno
Nutrimento dell’anima

Ephemeria Editrice – Macerata
edizioni@ephemeria.it – www.edizioniephemeria.it

Ricevute poche pagine fotocopiate di questo testo sulla danza buto, abbiamo iniziato a leggerle, confesso, distrattamente. Ma poi la lettura ci ha preso e gli “aforismi e insegnamenti” contenuti in questo splendido e intenso volume ci sono sembrati “essenziali” a qualsiasi forma artistica. Siamo lieti di poterne presentare una breve selezione

Almeno qualcosa di minuscolo, come un granello di sabbia, vorrei raccontarlo. Magari, ci riuscirò. Raccontare una minima parte, un granello di sabbia, estratti dall’immensità, val bene una vita! (Kazuo Ono)

Kazuo e Yoshito Ono rappresentano oggi i più illustri esponenti di una recente ma ormai duratura tradizione, la danza buto, il cui linguaggio ancora in costante evoluzione ne testimonia la sempre fertile vitalità. Le loro parole di danza, altrettanto vitali, tanto ricche di esperienza concreta come d’immaginario poetico, ci permettono di entrare discretamente, con la cognizione e l’emozione, nel mondo complesso e affascinante di un’arte venuta di lontano, ma che abbraccia con pienezza il diffuso desiderio umano di svelare nella creazione artistica il mistero del nostro essere nel mondo. Le parole e le immagini di Kazuo e Yoshito si offrono in queste pagine come possibile luogo ideale di questo svelamento, non solo per gli amanti della danza, ma anche per tutti i lettori sensibili alla poesia della vita.

Ringraziamo la Ephemeria Editrice per il permesso alla pubblicazione

Il libro è ordinabile direttamente presso la casa editrice inviando una e-mail di richiesta a edizioni@ephemeria.it  (non ci saranno spese di spedizione aggiuntive, che saranno a carico della casa editrice, oltre al prezzo di copertina).



Danza buto

La danza buto

Nutrimento dell’anima

La danza buto.  Aforismi e insegnamenti dei Maestri

 

…mi pare impossibile non pensare danzando. Per quanto si cerchi di ignorarla, la voce echeggia lo stesso nell’inconscio. Prendo quindi coscienza, senza rendermene conto. Io continuo a pensare dalla mattina alla sera. Pensando e ripensando, solo alla fine si giunge all’innocenza. Bisogna arrivare all’innocenza, lasciando tutto dietro di sé. Si tratta dell’innocenza in mezzo agli innumerevoli pensieri, divenuti superflui. Ciò che sta alla base dell’innocenza e che la sostiene sono questi pensieri; questi convergono nell’innocenza e mi rendono innocente. Sono i pensieri a trasformarsi in innocenza. Questo è ciò che credo io. Sarebbe una mera illusione tentare di acquisire l’innocenza senza tutta questa procedura preliminare.

…Non è necessario riflettere sui singoli problemi l’andatura di una persona con problemi la si nota immediatamente. Tutti hanno problemi, te compreso. Muovetevi tranquillamente e non abbiate fretta, no. Se vi imbattete in un lupo, basta arrestare il passo. Dal momento che siete già arrivati fin qui, è tardi per temere. Fate un passo avanti. Iniziamo dunque col camminare. Camminiamo in modo autentico. Nel frattempo, emergeranno i vostri problemi uno dopo l’altro. Proviamo la camminata di una persona con problemi. Dovreste tenervi stretti i problemi. Chissà poi cosa succederà. Andiamo avanti

È facile sia scivolare che cadere. Tuttavia, queste azioni, da sole, non possono costituire la danza. Scivolando o cadendo, bisogna abbracciare la vita; solo così facendo, si può andare a fondo e intravedere la verità. Queste conquiste si possono anche serbare dentro di sé, ma è faticoso contenerle. Non sarebbe meglio trasmetterle agli altri? O è meglio conservarle fino alla morte? A mio avviso, sono proprio queste le cose da trasmettere agli altri.

Vedo i viventi e al contempo i morti. Chi sarei io in tale situazione? Si direbbe che il Buto faccia emergere lo spirito dei morti. Conoscete il termine “Yùgen” del teatro no? (Concetto centrale per il teatro no, termine coniato dall’interprete-teorico Zeami, e che potremmo tradurre: ‘bellezza profonda che provoca incanto sottiie”. La parola si compone di due ideogrammi che significano rispettivamente “spettro” e “essenza ignora”.)  Molti repertori del no si svolgono attorno a temi riguardanti personaggi già morti, gli spettri e la loro esistenza. Io, tuttavia, vorrei danzare come se vivessimo e avanzassimo insieme ai morti, ricevendo da loro tutti i benefici possibili, piuttosto che mimarli come viventi. Il semplice atto di mimare non ha alcun significato. Non è importante mimare i morti, ma esprimere la loro entità, plasmandola attraverso I’immaginazione. Immaginare o riflettere, però, senza basarsi sui propri ragionamenti, bensì sulla grazia proveniente dai morti. Penso che questa sia la vera capacità immaginativa. Rimanere all’interno di ragionamenti elaborati dal proprio intelletto non mi sembra la vera capacità immaginativa.

Non si danza perché si trova mirabile un fiore. Il fiore compare solo quando i vostri occhi, la vostra anima e la vostra presenza ardono del fuoco generato dall’energia accumulata attraverso gli esercizi. Sì, compare, sì. II fiore fiorisce senza sosta fino ad arrivare al punto estremo, in cui si avvicina la verità. Anche quando il vostro corpo si torce, fissate lo sguardo sul fiore, con tutta la vostra dedizione, a partire dagli occhi. Fissatelo, in modo che questo stesso atto diventi la base per concretizzare il fiore.

Provate, non c’è niente da insegnare

Perché non danzate fino a sciogliere completamente le articolazioni del vostro corpo?Altrimenti, è inutile danzare. Danzate sempre in questo modo. Danzate fino a sciogliere e a far sparire le articolazioni di tutto il vostro corpo. Immagino che non abbiate mai danzato in questo modo. Allora, perché non danzate oggi fino a sciogliere le articolazioni del vostro corpo?

Che cos’è il buto? Tatsumi Hijikata ha detto: “Il buto è il corpo morto che si regge in piedi a rischio della propria vita”. Parla quindi di un mondo che trascende le tecniche.. Per esempio, per quanto riguarda la capacità immaginativa, non siamo noi uomini a inventarla, ma si tratta di una qualità emersa grazie all’accumulo nell’anima di influssi esterni, provenienti dai morti e dall’universo, nel corso di millenni, dagli inizi dell’universo fino a oggi. Esiste questo immenso accumulo, al cui interno viviamo. Di fronte a queste premesse, è un’impresa parlare delle tecniche. Che cosa sono le tecniche? Si comprendono nelle difficoltà. Secondo l’opinione comune, le tecniche si definiscono più chiaramente, più ci si ragiona su. A mio avviso, invece, più si applicano le tecniche, più esse appaiono complesse, fino alla totale confusione. Io non riuscirò mai a scrivere qualcosa sugli aspetti tecnici. Le tecniche sono tali proprio perché indescrivibili.

Fate cose insensate. Ora metto la musica. Se, ad esempio, vi dico di danzare un brano di Elvis Presley, non potete fare a meno di danzare insensatamente. Ora metto un brano di Elvis Presley. Ascoltandolo, danzate spontaneamente. Questo è il vero inizio degli esercizi. Fare calcoli non serve. Nessuno proverà piacere nel vedere una danza basata su calcoli.

Buttate fuori voi stessi! Lasciatevi andare! Perdetevi! Chiedete aiuto! Vanno bene anche questi atteggiamenti. Senza i quali, la vita non potrà soccorrervi. Non si tratta di stendere semplicemente la mano. Stendete la mano del nikutai chiedendo salvezza alla vita. Se trasformate tutto ii vostro corpo in mano, o in occhio, diventa ancora più facile stendere una mano vitale. Potrebbe accadere che la vita salti dentro i vostri, occhi, e vi faccia da guida nella vastità degli occhi. Tutto è libero. Nei rapporti con la vita, tutto è libero.

Quando vivevi nel grembo materno, nutrito dalla placenta, la tua vita era la stessa di quella di tua madre. Non ti preoccupavi di come comportarti, facevi la verticale o ginnastica liberamente. Nell’utero, potevi fare tutto quello che volevi. In altre parole, i movimenti di un feto nel grembo materno sono incondizionati. Il mondo a cui aspiri

assomiglia al mondo del grembo materno, ovvero al mondo della follia. Si tratta di un mondo impossibile secondo i criteri dei vivi. Il mondo della danza è il mondo della follia. Abiti il mondo della follia, ma, in quanto individuo, vivi ormai fuori dal grembo materno e devi mettere in atto un pensiero critico. Stai dalla parte della ragione. Tuttavia, tu che stai lì, sdraiato o in piedi, non sei altro che follia. Può darsi che tu, incarnazione della follia, rappresenti le aspirazioni di coloro che vivono razionalmente, e che sia la loro vita a sostenerti.

La Bibbia dice: “Chi giudica sarà giudicato”. Non sono io a dover giudicare, il giudizio è facoltà esclusivamente di Dio. I calcoli non servono. Per questo, ogni minimo dettaglio del movimento acquisisce la massima importanza. Nel momento in cui giudichi, fai calcoli e operazioni di scambio. No, tu devi unicamente essere giudicato. Dio solo può giudicare.

È possibile danzare pensando? Questo è un problema. Si può danzare pensando?  O si danza dopo aver pensato? Io non mi fido di danza basata sul pensiero. Ci vuole invece sincerità, come quella che sorge spontanea quando si ammira un bambino molto piccolo. Non lo si fa pensando, giusto? La mia vita è nata nel ventre di mia madre. Dire, sentire, vedere, lì l’ho dimenticato e tuttavia lo serbo in me, ne rimane traccia. Per questo dico di non pensare.

Molte canzoni utilizzano il refrain. Quando volete comunicare qualcosa a qualcuno, andate direttamente da lui e ripetetegli un unico gesto fino a provocare l’emozione. Per questo, ripeto spesso di addentrarsi sempre più in un’unica soluzione, piuttosto che di provarne tante, Non capirete mai cosa volete veramente se vi dividete tra tristezza e gioia, tra volare e saltare

Arriva un punto in cui morte e vita si uniscono. Sei vivo e, un attimo dopo, ti ritrovi nel mondo della morte. Come spesso ripeto, noto la bellezza di un fiore e, un attimo dopo, inizio a scendere le scale verso il mondo della morte. Il mondo dei fiori è il mondo della morte. Mentre guardo un fiore. le anime iniziano a comunicare. i corpi si uniscono, e finisco per dimenticare di essere vivo. Danzo quindi nella morte stessa. Danzo talvolta nel mondo della morte, talvolta nel mondo della vita, senza rendermi

conto del passaggio. Morte, vita, morte, vita.

I sogni giocano un ruolo importante nella vita. Per questo, bisogna entrare nel sonno naturalmente, senza pensieri né calcoli. Danzate nella stessa maniera, in modo spontaneo. Non ragionate sui movimenti – faccio in questo modo o nell’altro? Danzate con gli occhi aperti, ma con gli occhi di chi dorme, non con quelli di chi ammira la bellezza fissando I’oggetto. Nei sogni, la conversazione continua, nonostante la distanza spazio-temporale. In sogno, non è necessario dire “Ti amo”, per trasmettere qualcosa agli altri. Ci si comprende anche senza parole. La danza deve essere astratta. Per questo, il danzatore ha bisogno di rimanere in rapporto con l’anima. Secondo me, il danzatore non deve perfezionarsi più di tanto nelle tecniche, altrimenti rischia di dimenticare la relazione con i fenomeni naturali e finisce per divenire un semplice tecnico. Senza nemmeno rendersene conto, si cambia obiettivo, il vero obiettivo viene trascurato. Ecco perché vi dico di danzare in maniera non tecnica. L’importante è far ritrovare agli spettatori, attraverso la danza, il valore della vita. Come si fa allora a danzare questa danza? Vi chiedete se la vostra danza sia sostanziata da senso di umiltà? Qual è il motivo della nostra vita? Che cosa sta dietro di noi? Date la massima importanza alla vita, la vostra e quella degli altri. È questo che costituisce la danza.

I dolori sono fondamentali. Danzate con tutte le vostre energie. Quando si ammala un figlio, la madre supplica di prendere il suo posto. Ma è impossibile. A ogni modo, essenziale per la danza è il dolore provato dalla madre in quel momento. Non danzate con indifferenza. Non fingetevi vittime, ma date qualcosa voi per primi. Il solo pensiero di voler fare qualcosa per gli altri non esprime sufficiente energia. È un’implorazione quasi folle che definisce la danza. Non sono parole. Qualcosa come la follia. Non concentratevi sulla mente, ma prestate maggior attenzione a quanto sale dal basso. Io vorrei vedere la danza costituita da questo elemento che viene dal basso. Pensare è facoltà di tutti. Vorrei che la nostra danza andasse oltre il Pensiero.

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