CECHOV: Il Giardino dei Ciliegi
CECHOV: Il Giardino dei Ciliegi – Čechov concepì quest’opera come una commedia. Tuttavia Stanislavskij la diresse come una tragedia.
CECHOV: Il Giardino dei Ciliegi
Commedia del 1904, elaborazione di Sandro Conte
IN QUESTA PAGINA: Biografia // Traduzione/nostra elaborazione/Trama // Scheda Tecnica delle nostra elaborazione/traduzione // Video edizione 2008
Schede Tecniche delle nostre elaborazioni/traduzioni: Tragico Controvoglia – Sulla Strada Maestra – Il Gabbiano
Il Giardino dei Ciliegi è l’ultimo lavoro teatrale di Anton Čechov.
Fu rappresentato per la prima volta il 17 gennaio 1904 al Teatro d’Arte di Mosca sotto la direzione di Stanislavskij e di V. Nemirovič-Dančenko.
Sei mesi dopo Čechov morì di tubercolosi.
La fine di un’epoca: la nobiltà, ormai inadeguata ai tempi, cede il passo alla borghesia. La proprietaria del “Giardino” non riesce a capire come qualcuno possa “comprare” quello che è sempre stato della sua famiglia quasi come per diritto divino.
Čechov concepì quest’opera come una commedia poiché contiene alcuni elementi di farsa. Tuttavia Stanislavski la diresse come una tragedia. Dopo questa produzione iniziale, i registi hanno dovuto attenersi alla duplice natura dell’opera.
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CECHOV, Il Giardino dei Ciliegi: traduzione – elaborazione – trama
“La prossima commedia sarà da ridere…molto da ridere…”, scrive Cechov nel marzo 1901. Nel settembre dello stesso anno alla moglie: “…l’ultimo atto sarà allegro e tutta la commedia sarà allegra, leggera…”. Quando Stanislavskij lesse Il Giardino ci trovò poco di comico e scrisse all’autore: “…Questa non è una commedia né una farsa come avete scritto, ma è una tragedia…” e aggiunse che gli attori, alla lettura “al quarto atto hanno pianto…”. Scriverà poi Cechov: ” Nemirovic e Alekseev (Stanislavskij) vedono nella mia commedia tutt’altra cosa da quello che ho scritto: giuro che nessuno dei due ha letto attentamente una sola volta la mia commedia…”.
Anche noi, come Stanislavskij ed i suoi attori, abbiamo impostato l’elaborazione e la nostra messa in scena pensando si trattasse di un dramma, pur mantenendo alcuni elementi di farsa che portavano l’autore a parlare di commedia: il chiacchiericcio vano, le battute “il mio cane mangia le noccioline…”, “…e a Parigi che si fa?…avete mangiato le ranocchie?”…”…i coccodrilli ho mangiato..”, o la scena in cui si loda l’armadio: “…Caro illustrissimo armadio, commemoro la tua presenza che già da più di cent’anni è stata indirizzata a limpidi ideali di bontà e giustizia…”.. Noi questi elementi li abbiamo salvati solo con un retrogusto più amaro che goliardico.
Il testo di Cechov è stato ridotto fino all’essenziale ed oltre: l’arrivo/il ritorno in un luogo conosciuto, ma ormai lontano nei suoi cambiamenti epocali; il ricordo del luogo amato, di un’infanzia felice, esiste solo nella nostra memoria, ma nulla ha di concreto; l’età dell’oro è solo una pallida immagine riflessa in uno specchio curvo, una foto sbiadita dal tempo; “beati loro perché non sanno”, è il tema costante che incarna Ljuba, la proprietaria, di fronte all’evidenza ed alla inesorabilità, negata fino alla fine, della vendita del suo Giardino; la nobiltà perde i suoi pezzi, sostituita da una arrogante borghesia; la partenza, l’abbandono di un luogo in cui non si tornerà mai più, la realtà non fa sconti; la partenza non è solo un abbandonare un luogo: è un mondo che muore per far posto ad un altro, diverso ma non per questo migliore, che ne prende il posto….
CECHOV, Il Giardino dei Ciliegi: scheda tecnica delle nostra elaborazione e traduzione
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- Autore Anton CECHOV
- Elaborazione Sandro CONTE – Copione depositato alla S.I.A.E. il 16 Giugno 2008
- Traduzione Ewa WROBEL
- Genere Commedia
- Atti 1 (4 nell’originale)
- Nostra Prima Rappresentazione 25 giugno 2008
- Hanno preso parte alla nostra prima rappresentazione: valentina anastasio, lorena cavallaro, stefano medori, marta nuccetelli, raffaella sole, tiziana teodosio
- Personaggi – 11 di cui 6 principali (6 Uomini , 5 Donne) – Il numero dei personaggi può essere ridotto
- Durata stimata 60′
Ambientazione Una casa nobiliare in decadenza, qualsiasi epoca