Nikolaj GOGOL
Nikolaj GOGOL
(Bol’šie Soročincy, 1 aprile 1809 – Mosca, 4 marzo 1852)
Nikolaj Gogol’ (1809 -1852),
è considerato lo spartiacque tra il Romanticismo, di cui vive gli ultimi bagliori, e le nuove tendenze espressive di quel Realismo satirico che apriva la via al gusto del secolo che stava per nascere.
Si distingue per la grande capacità di raffigurare situazioni comico-mostruose sullo sfondo di una desolante mediocrità umana.
Tra le opere più significative si ricordano i racconti Taras Bulba (1834) e Arabeschi (1935), la commedia L’ispettore Generale (1836), la raccolta I Racconti di Pietroburgo (1842) e il romanzo Le anime morte (1842)
GOGOL: Biografia – Il Naso, la nostra elaborazione teatrale del testo
GOGOL: biografia
Discendente da una famiglia di piccoli proprietari terrieri, Gogol ricoprì, secondo l’uso, un ruolo burocratico dopo che, nel 1828, si trasferì a Pietroburgo. La sua prima opera letteraria di successo furono le Veglie alla fattoria presso Dikan’ka, seguite da alcuni racconti nominati Arabeschi(in seguito inglobati nella raccolta dei Racconti di Pietroburgo) e dalla commedia Il revisore (o Ispettore generale). Quest’ultima costituì uno snodo importante nella sua vita. Deluso infatti per il magro successo della commedia a Pietroburgo, al quale comunque fece da contraltare il buon responso moskovita, Gogol decise di mettersi in viaggio verso l’Europa, dove soggiornò a lungo, specialmente a Roma. Durante il suddetto periodo all’estero scrisse Le anime morte, il suo romanzo più significativo rimasto però incompiuto, e il celebre racconto Il cappotto.
Il significato dell’opera di Gogol è stato a lungo oggetto di dibattito. Due sono le correnti di pensiero principali: quella sostenuta dalla critica russa “classica” capeggiata da Belinskij e quella formalista di Ejchenbaum. La prima tende a vedere nelle opere di Gogol uno stile tendenzialmente realista sottolineato da una componente filantropica che, secondo Belinskij, costituirebbe il fulcro della letteratura di Gogol. I formalisti, attenendosi strettamente al testo delle opere, sostengono che in Gogol vi sia solo una esagerata iperbolizzazione del paradosso, del grottesco, ottenuta attraverso procedimenti linguistici semantici e fonici. Secondo quest’ultima tesi non solo Gogol non può essere considerato nè un realista nè un filantropo, ma egli si dimostra al contrario autore in grado di creare ilarità anche durante momenti narrativi melodrammatici.
Seminale è l’influenza di quest’autore su tutta la letteratura russa successiva. Dostoevskij affermerà, riferendosi alla propria generazione di intellettuali e narratori, che “siamo tutti usciti dal Cappotto di Gogol “.
Da http://it.wikipedia.org/wiki/Nikolaj_Vasil’evi%C4%8D_Gogol’