MEO PATACCA: maschera commedia dell’arte
Meo Patacca: maschera commedia dell’arte
Meo Patacca: maschera di origine romana,
fa la sua comparsa verso la fine del Seicento in un poema di Giuseppe Berneri. Dove appare come un soldato, bravaccio sempre pronto a battersi e a raccontare spacconate.
Il suo nome deriva dalla “patacca”, il soldo che costituiva la paga del soldato.
Il suo costume è costituito da calzoni stretti al ginocchio, una giacca di velluto strapazzata e per cintura una sciarpa colorata nella quale è nascosto un pugnale. I capelli sono raccolti in una retina dalla quale sporge un ciuffo caratteristico.
Dopo un periodo di declino della sua popolarità, dovuto alla censura delle autorità nel corso del Settecento, Meo Patacca riacquistò la sua popolarità nell’Ottocento, grazie a due attori che ne vestirono i panni, Annibale Sansoni e Filippo Tacconi detto “il Gobbo”. Filippo Tacconi era autore, oltre che attore, di nuove trame, cariche di una pungente ironia e di una satira mordace, che gli causò non pochi guai con il potere della Chiesa.
Meo Patacca: maschera commedia dell’arte
This mask originated in Rome at the end of the 17th century in a poem by Giuseppe Berneri, where he appears as a braggart soldier ever ready to tell a pack of lies. His name derives from “patacca”, a solder’s wages. He wears tight knee-length trousers, a tattered velvet coat and a colourful scarf around his waist where he hides a sword.
His hair is held tight in a net with a characteristic lock sticking out. Following a decline in popularity due to 18th century censorship, Meo Patacca was revived in the 19th century by Annibale Sansoni and Filippo Tacconi, nicknamed, “the hunchback”, an author-actor who invented new stories full of irony and satire which deeply angered church authorities.