ARLECCHINO maschera commedia arte
Arlecchino è la maschera più nota della Commedia dell’Arte. Di probabile origine francese nel Cinque-Seicento divenne maschera dei Comici dell’Arte, con il ruolo del “secondo Zani”
Le Maschere della Commedia dell’Arte: presentiamo una ricca iconografia delle maschere più celebri della commedia dell’arte italiana
“Tutto ciò che è profondo ama la maschera” Friedrich NIETZSCHE
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“lo scopo di raccogliere in maniera organica la storia di ogni Maschera che ha popolato l’universo della Commedia dell’Arte, fino a trovare le linee di congiunzione e continuazione con il futuro. Se è vero che esistono oltre quaranta Maschere, è anche vero che poche di esse hanno perpetuato la loro fama. Molte sono scomparse dal panorama. Questo non significa che non siano state di grande valore creativo e di grande significato per quella che viene definita l’Epoca della Commedia dell’Arte. Ricostruire la storia di ogni singolo personaggio, o meglio di ogni Maschera, è anche un modo per riconsegnare alla nostra memoria uno spaccato di grande valore artistico. “
Eugenio BARBA scrive che…da “ La Corsa dei Contrari”
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Arlecchino è la maschera più nota della Commedia dell’Arte. Di probabile origine francese nel Cinque-Seicento divenne maschera dei Comici dell’Arte, con il ruolo del “secondo Zani”
Il Dottor Balanzone appartiene alla schiera dei vecchi della Commedia dell’Arte. Personaggio serio, tende però alla presunzione.
Beltrame: maschera milanese nata nel Cinquecento. Al nome accompagna spesso il soprannome “de Gaggian”, da Gaggiano, una borgata della bassa milanese di cui è originario, o anche “de la Gippa”, per via dell’ampia casacca che era solito indossare.
Brighella: maschera probabilmente di origine bergamasca, ma la sua fama si deve all’attore Carlo Cantù (1609-1676 ca), che ne vestì i panni per molti anni.
Capitan Matamoros, l’origine di questo ruolo del Capitano risale al “Miles Gloriosus” di Plauto e ai numerosi soldati di ventura che percorrevano il territorio italiano.
La storia e la fortuna del personaggio di Capitan Spaventa di Vall’Inferna è indissolubilmente legata alla figura del suo creatore e interprete Francesco Andreini (1548-1624).
Cassandro appartiene alla serie dei “vecchi” della Commedia dell’Arte, come Pantalone e Zenobbio.
Colombina è di sicuro la più famosa fra le servette e forse anche una delle maschere più antiche. Già dal 1530 abbiamo notizia di un personaggio con questo nome
Coviello: l’origine di questa maschera risale alla fine del Cinquecento, diffuso soprattutto nell’Italia Centro-meridionale, dove è noto con il cognome di Cetrullo Cetrulli, Ciavala, Gazzo o Gardocchia.
Dosseno proviene dalla tradizione latina della fabula atellana (farsa popolare, originaria della città di Atella, irriverente e sboccata, caratterizzata dalla presenza di tipi fissi, fortemente caratterizzati nell’aspetto e nel comportamento),
Facanapa: la maschera appartiene alla schiera dei vecchi della Commedia dell’Arte. Nasce come marionetta veneta, originaria di Rovigo o di Verona
Flaminia è uno dei molti nomi che nella Commedia dell’Arte prende il personaggio della Innamorata.
Flavio appartiene alla fitta schiera degli Innamorati, da sempre presenti negli scenari e nei generici della Commedia dell’Arte, spesso legati al nome dei primi attori.
Gianduja è la maschera regionale tipica del Piemonte. La sua origine va fatta risalire al primo decennio dell’Ottocento, all’opera del burattinaio Giovan Battista Sales
Giangurgolo: maschera di origine calabrese, deve il suo nome, secondo alcuni, a Giovanni Golapiena, mentre secondo altri è una corruzione di Zan Gurgola, per via del suo insaziabile appetito.
Gioppino: maschera di origine bergamasca, nasce come burattino nei primi anni dell’Ottocento.
Isabella: questo è il nome con cui più frequentemente appare in scena il personaggio dell’Innamorata. Il suo carattere è spesso legato alle attrici che lo impersonarono.
La maschera di Leandro appartiene alla schiera degli Innamorati, che annovera un discreto numero di personaggi diversi.
Macco: maschera tipica della farsa atellana di origine latina. Il suo tipo è quello del contadino rozzo e grossolano, crapulone e goloso, che spesso finisce per essere bastonato e menato per il naso.
Meneghino è la maschera tipica di Milano. La probabile origine del suo nome risale ai “Menecmi” di Plauto, oppure al “Menego” di Ruzante, oppure più semplicemente dal nome dei servi utilizzati nelle ricorrenze domenicali, chiamati “Domenighini”.
Meo Patacca: maschera di origine romana, fa la sua comparsa verso la fine del Seicento, appare come un soldato, bravaccio sempre pronto a battersi e a raccontare spacconate.
Mezzettino è una delle variazioni del personaggio dello Zanni, furbo e intrigante, ottenuto dalla contaminazione delle doti di Brighella e di Scapino.
Pantalone: maschera veneziana, come il dialetto nel quale si esprime. Più incerta è la storia del suo nome: alcuni vi ravvisano il termine “pianta leoni” con cui venivano chiamati i mercanti veneziani,
Peppe Nappa: maschera di origine siciliana deve il suo nome alle parole “Peppi”, diminutivo dialettale di Giuseppe, e “nappa”
La maschera di Pierrot nasce in Italia verso la fine del Cinquecento,
Polichinelle è la derivazione francese del tipo di Pulcinella. Diffuso negli scenari delle Commedie a partire dal Seicento, Polichinelle ci appare caratterizzato da una grande gobba e da una maschera con un enorme naso adunco che gli conferiva la caratteristica voce stridula.
Pulcinella: una delle maschere della commedia dell’arte più note dell’Italia meridionale. La sua origine risale al Seicento. Alcuni tuttavia rintracciano le sue origini nei personaggi delle “fabulae atellanae” come Macco e Dosseno
PUNCH: maschera della commedia dell’arte, è la versione inglese del pulcinella italiano
RAGONDA: maschera della commedia dell’arte, rappresenta il personaggio della fantesca.
Rugantino: maschera romanesca del teatro dei burattini. il suo nome deriva da “ruganza”, arroganza. Ennesima variazione del Capitano, visto nella sua forma più popolare, impersona il tipo del litigioso inconcludente sempre sopraffatto dalle brighe che provoca.
La figura di Ruzante nasce dalla fantasia letteraria dell’attore e commediografo Angelo Beolco (Padova 1500 ca – 1542
Sandrone: simpatica e astuta maschera modenese della commedia dell’arte
Scapino: maschera della commedia dell’arte appartenente alla vasta schiera dei servi,
La maschera di Scaramouche appartiene alla serie dei Capitani della commedia dell’arte. Al carattere osceno dell’aspetto corrisponde anche un eguale carattere del personaggio, donnaiolo, millantatore e fracassone.
Stenterello è la maschera della commedia dell’arte fiorentina per antonomasia,
Tabarrino – Maschera di origini molto antiche. Già presente all’apparire dei primi spettacoli della Commedia dell’Arte, trarrebbe il suo nome da quello del comico Veneziano Giovanni Tabarin (‘500)
Tartaglia è nel gruppo dei vecchi della Commedia dell’Arte. E’ caratterizzata da una forte miopia e da una inguaribile balbuzie
Trivellino: maschera che appartiene al secondo Zanni o servo sciocco, a cui appartiene lo stesso Arlecchino.
Uomo Selvatico: Maschere Commedia dell’Arte. Come spirito della natura è un essere mezzo uomo e mezzo bestia, ricoperto di peli e orribile
Zanni: nella Commedia dell’Arte è il personaggio del servo, furbo e imbroglione o sciocco e pasticcione.
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